Io studio psicologia e questo mi pare che ormai tutti lo abbiate capito. Ma io non solo studio psicologia, a volte io sono una paziente. La grande domanda che mi faccio è: "Perché dagli psicologi e similari ci sono sempre due porte e i pazienti non si devo assolutamente vedere?"
Allora: milioni di persone tutti gli anni si laureano in psicologia e sperano solo di avere il maggior numero di pazienti possibili; milioni di persone tutti gli anni vanno da psicologi, terapeuti, psichiatri, psicanalisti e sperano di stare meglio; centinaia di psicologi compaiono ogni giorno in televisione consigliandoti di dormire con l'orsetto di peluches se hai il sonno agitato; in tutti i licei c'è uno psicologo; tutti consigliano sempre di "andare a fare un colloquio con qualcuno di quelli bravi".
Ok, visto che la situazione è questa, visto che la figura dello psicologo è onnipresente nella nostra vita, visto che tutti sanno che ci sono milioni di psicologi e quindi almeno il doppio di pazienti, io mi chiedo perché devono essere circondati da questo alone di mistero e da questa vergogna.
Lo ammetto, io sono la prima a non dire che vado dallo psicologo. Sbaglio, lo so, ma questa società mi ha influenzato. Quando ne parlo preferisco dire che vado a fare un giro dal mio approccio terapeutico e quando segno gli appuntamenti sull'agenda scrivo solo l'ora e la via, che ovviamente è sempre la stessa. Ma è nato prima l'uovo o la gallina? Ovvero: hanno iniziato prima i pazienti a chiedere più privacy o hanno iniziato prima gli psicologi ad avere due ingressi separati?
Se qualcuno va dal medico lo dice tranquillamente: "ah, scusa, oggi non posso venire perché devo andare dal dentista, dall'ortopedico, dal ginecologo", se qualcuno va dallo psicologo dice: "ah, scusa, non posso... ho un impegno che non posso spostare". Perché fate, anzi facciamo così? Andare dal ginecologo perché si ha la candida è meglio che andare dalle psicologo perché si è depressi o ansiosi? Andare dall'oculista perché non ci vediamo più un cavolo è meglio che andare dallo psicologo perché stiamo divorziando? Io credo di no. Alla fine sempre di problemi si tratta e, come per ogni problema, c'è un omino apposta, che si è fatto dieci anni di sbattimento, pronto ad ascoltarti e a risolverli, o almeno provarci.
Io non so se riuscirò a cambiare, se riuscirò mai a dire: "no, a quell'ora non posso! è l'ora dello psicologo!". Voi provateci. Ma provateci anche voi che siete psicologi a usare un ingresso solo, non si sa mai che iniziando un po' a svelarsi...
Allora: milioni di persone tutti gli anni si laureano in psicologia e sperano solo di avere il maggior numero di pazienti possibili; milioni di persone tutti gli anni vanno da psicologi, terapeuti, psichiatri, psicanalisti e sperano di stare meglio; centinaia di psicologi compaiono ogni giorno in televisione consigliandoti di dormire con l'orsetto di peluches se hai il sonno agitato; in tutti i licei c'è uno psicologo; tutti consigliano sempre di "andare a fare un colloquio con qualcuno di quelli bravi".
Ok, visto che la situazione è questa, visto che la figura dello psicologo è onnipresente nella nostra vita, visto che tutti sanno che ci sono milioni di psicologi e quindi almeno il doppio di pazienti, io mi chiedo perché devono essere circondati da questo alone di mistero e da questa vergogna.
Lo ammetto, io sono la prima a non dire che vado dallo psicologo. Sbaglio, lo so, ma questa società mi ha influenzato. Quando ne parlo preferisco dire che vado a fare un giro dal mio approccio terapeutico e quando segno gli appuntamenti sull'agenda scrivo solo l'ora e la via, che ovviamente è sempre la stessa. Ma è nato prima l'uovo o la gallina? Ovvero: hanno iniziato prima i pazienti a chiedere più privacy o hanno iniziato prima gli psicologi ad avere due ingressi separati?
Se qualcuno va dal medico lo dice tranquillamente: "ah, scusa, oggi non posso venire perché devo andare dal dentista, dall'ortopedico, dal ginecologo", se qualcuno va dallo psicologo dice: "ah, scusa, non posso... ho un impegno che non posso spostare". Perché fate, anzi facciamo così? Andare dal ginecologo perché si ha la candida è meglio che andare dalle psicologo perché si è depressi o ansiosi? Andare dall'oculista perché non ci vediamo più un cavolo è meglio che andare dallo psicologo perché stiamo divorziando? Io credo di no. Alla fine sempre di problemi si tratta e, come per ogni problema, c'è un omino apposta, che si è fatto dieci anni di sbattimento, pronto ad ascoltarti e a risolverli, o almeno provarci.
Io non so se riuscirò a cambiare, se riuscirò mai a dire: "no, a quell'ora non posso! è l'ora dello psicologo!". Voi provateci. Ma provateci anche voi che siete psicologi a usare un ingresso solo, non si sa mai che iniziando un po' a svelarsi...
18 commenti:
ciao, arrivo per puro caso a leggerti e a contraddirti: io vado dallo psicologo e dallo psichiatra e lo dico.
sono una bipolare in cura con litio.
la fatica di vivere, sulla tomba voglio che venga scritto FINALMENTE ma intanto vivo e non mi vergogno di dire che sono una bipolare anche se la gente non capisce, dovrei forse vergognarmi di dire 'non grazie niente torta perchè sono diabetica?'
non me la sono andata a cercare questa malattia! soffrirla e pure vergognarmene? no grazie sarebbe troppo
ciao Marina Rosa
ps lo studio della mia psicoterapeuta ha un solo ingresso MR
maddino sei una grande! ti appoggio!
Ciao Marina Rosa, io sono perfettamente d'accordo con te ed è proprio questo che cerco di dire agli altri: non vergognatevi!
Sono sicura che sei una delle poche, anzi pochissime, che parla tranquillamente e apertamente del suo problema. Ti posso assicurare che è pieno di persone che hanno paura di dire che vanno dallo psicologo perchè non vogliono fare la parte di quelli "pazzi". Io sono d'accordo con te anche se purtroppo sono la prima a non dire apertamente che vado dallo psicologo. Mi piacerebbe riuscire a farlo...ci sto lavorando!
Ciao,sono stata anni in terapia da uno psichiatra per attacchi di panico con agorafobia a periodi associati a depressioni. Non ho mai nascosto a parenti e amici di andarci, è un medico come un altro. solo chi non ha provato non puo' capire..e francamente me ne infischio se qualcuno fa qualche commenta idiota
sono d'accordo con te! ma alla fine sei riuscita a stare meglio?
si anche se con alcune piccole cose ti devi abituare a conviverci. Per me, lo psichiatra ed i farmaci sono stati la mia salvezza.
grazie, ero solo curiosa di sapere perchè anche il mio problema sono gli attacchi di panico. se non ti scoccia ancora una domanda: ma ora che stai meglio stai prendendo ancora i farmaci o hai smesso?
Qualche decennio fa chi aveva disturbi della personalità, chi era dislessico, sordomuto, schizofrenico, depresso per un lutto, iperattivo, autistico, cieco, timido e silenzioso, solo ed indigente, con problemi fisici e non mentali......finiva nel calderone della definizione: "matti" e spesso le famiglie se ne disfavano mandandoli fin da piccoli in manicomio. Mia madre nei primi anni '60 ebbe un aborto naturale e dal dolore piombò in una profonda depressione. Mio padre 23enne ebbe la brillante idea di farla visitare da uno psichiatra che oltre a consigliarle dei farmaci le fece seguire delle sedute di psicoterapia da lui dirette. Per allora una scelta simile era a dir poco coraggiosa. Il medico di famiglia consigliò a mio padre di internarla in un manicomio perchè era giovane e poteva rifarsi una vita. Mia madre guarì e dopo tre anni riusci a portare a termine la gravidanza. Nacqui io e tranne pochi episodi di ricadute estive all'acqua di rose mia madre non ebbe più problemi del genere. Credimi se oggi molti fanno fatica a rivelare quello che fanno da uno psicologo o psicoterapeuta deriva da una falsa conoscenza del problema e da sconsiderati atteggiamenti nei confronti di disturbi mentali e non solo. Quando chiusero i manicomi trovarono al loro interno persone anche sanissime che avevano come unica colpa di essere un peso per la famiglia e per la società o peggio qualcosa da nascondere perchè le malformazioni fisiche non permettevano ne un lavoro ne una vita dignitosa quando nascevi in realtà poverissime ed isolate. Se mia madre è riuscita a superare quel problema lo deve anche a mio padre ed alla sua lungimiranza oltre che conoscenza ed amore profondo. Tenere in casa e curare una depressa che non dorme e non mangia, che si sente in colpa per aver perso un bambino e non vuole più essere una compagna, una moglie, perchè si sente una fallita incurabile, non è facile e trovare in quegli anni un bravo medico è stato un vero miracolo. I preconcetti sono ancora vivi più che mai tuttavia oggi abbiamo la fortuna di conoscere e riconoscere i limiti di certi giudizi e di confutarli sia con le parole che con i fatti.
purtoppo so benissimo come funzionavano i maniconi. Tuo padre ha fatto sicuramente una scelta coraggiosa e ora possiamo anche dire ottima! Oggi non esistono più i maniconi ma, come dicevi tu, l'ignoranza in materia è ancora tantissima. Io sono la prima che spera di cambiare; studio psicologia ma credo comunque di saperne davvero poco. I vostri commenti mi fanno capire che i problemi esistono davvero, che farno parte della quotidianeità e che non si trovano solamente in pagine e pagine di libri da studiare.
Mad, scusa il ritardo ma ti leggo solo adesso. Continuo a fare una cura di mantenimento a dosaggi minimi...
Mad scusa ho sbagliato a cliccare, sono Terry
@terry : ah, ok, grazie mille, spero di non essere stata troppo invadente.
nessun problema, chiedi pure quello che vuoi
Ciao, studio anche io psicologia e sono perfettamente d'accordo con te: oggi, le persone si vergognano a dire che vanno da uno psicologo, psichiatra, quel che è. Hai ragione a chiederti i motivi, ma credo che non ci sia un'unica spiegazione che ci possa soddisfare. Credo che tutto ciò sia legato all'ignoranza delle persone e a un luogo comune che esiste da troppo tempo e che in un qualche modo, purtroppo, ci ha influenzati tutti (perfino tu non "ammetti" di andarci). Quindi, se da una parte esiste gente veramente IGNORANTE, che associ lo psicologo o lo psichiatra alla pazzia e alla pericolosità, dall'altra esistono persone che sanno esattamente cosa sia lo psicologo ma nonostante questo non riescono a dire agli altri che ne "frequentano" uno... anche io sono tra queste persone. Studio psicologia, e due anni fa ho avuto un periodo di depressione... sono stata dalla psicologa per circa un anno, anche se mi ero ripresa già da tempo, mi trovavo bene. Eppure, pochissime persone sapevano di tutto ciò. Magari in molti erano a conoscenza del mio periodo di depressione, ma solo un 10% sapeva della mia psicologa. Perchè? Se devo rispondere, perchè ammetto che io stessa quando qualcuno mi racconta di essere in cura da uno psicologo/psichiatra dentro di me tendo a pensare "mmm, allora c'è qualcosa che non va in questa persona", il che è vero, ma vedi? C'è sempre quell'alone di luogo comune, di negativo, che non riusciamo a toglierci. E chi meglio di me sa che dallo psicologo ci può tranquillamente andare gente "normale", con disturbi di ansia, alimentari, depressivi, stati d'animo in cui tutti, almeno una volta nella vita, potremmo incappare?
ps: noto che riesco più facilmente a dire che vado dalla psicologa a persone che studiano psicologia, a miei colleghi... perchè forse mi illudo che possano capire e non pensare niente di male. Cerco di non dirlo a persone che di psicologia ne sanno poco, perchè so già l'etichetta che mi spetterebbe...
mi fa piacere sapere che la pensi come me, anche perchè abbiamo un percorso simile. fino adesso mi hanno contraddetto tutti, il tuo commento mi fa tirare un sospiro di sollievo
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