Partire per le vacanze quando a casa tua piove, vale doppio.
Tornare dal paradiso -sole caldissimo, clima secco, mare pulito, venticello piacevole, dieci ore di sonno al giorno, squisite crèpe al cioccolato- per ripiombare in questo clima maledettamente umido, piovoso e pavese invece mi mette addosso subito una tristezza e una stanchezza di cui avevo perso anche la memoria. Forse, nella mia testa, paradiso e inferno sono completamente diversi dall'immaginario comune: non riesco a immaginarmi felice tra le nuvole, al freddo e senza un cazzo da fare. Qualcuno aveva detto di preferire il paradiso per il clima, l'inferno per la compagnia. Io fin da piccolo ne adoravo anche il clima: guardando il fuoco scoppiettare nel camino nelle sere d'inverno, avevo capito che un posto dove le fiamme ardessero ininterrotte per l'eternità era ciò che desideravo.
E invece eccomi a fissare la pioggia che cade fuori dalla finestra. Pensando che alla fine domani mi tocca tornare in università. Pensando che nel giro di qualche giorno devo decidere qualcosa per il mio futuro prossimo. Pensando che non avrei nessuna voglia di pensare.
Pensando che domani esco e vado a giocare al Superenalotto. Pensando -non si sa mai che d'un tratto si possa smettere di pensare.
3 commenti:
Ciao! Mi sono aggiunta ai tuoi followers...
grazie :)
verrò presto a dare un'occhiata al tuo blog!
aggiunto il link :)
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