Non so se voi ve ne siete mai accorti, ma spesso alle persone, per essere felici, basta essere ascoltate. Non per forza capite, solo ascoltate. Non hanno bisogno di una risposta, di un riscontro ma hanno solo bisogno di essere ascoltate. Mi è capitato più volte di trovarmi con persone più adulte di me, spesso anziane, che, senza che tu abbia aperto bocca, iniziano a raccontarti qualcosa. Dopo un quarto d'ora chiedono se potevano parlarti e tu con un gran sorriso dici sisi. Nel racconto c'è quasi sempre qualcosa di tragico o qualcosa che fa piangere, tu continui a sorridere e facendo al faccia il più dolce possibile dici "non sa quanto la capisco", "non si deve preoccupare troppo". Quando finiscono il racconto non ti chiedono niente e tu non dici niente, fai un sorriso finale e vieni ringraziato come se avessi salvato la loro vita. Le vostre strade poi si dividono, tornano ad essere come erano sempre state, parallele. Tu però sai qualcosa in più e quella persona magari ha un peso in meno. Anche a me capita qualche volte di raccontare delle mie cose a persone sconosciute o quasi. Non so se mi spiego bene, ma è come quando hai un peso dentro, hai un pensiero che ti tormenta e che ti distrugge. Sai che non è una cosa che si può dire a tutti, sai che è una cosa che quelli che ti stanno vicino non capirebbero e allora a un certo punto sei li, quando meno te lo aspetti, butti fuori tutto. La persona che hai davanti non dice nulla, ma solo il fatto di aver condiviso un pensiero, un ricordo lo fa pesare la metà e così è più facile portarselo dietro. Forse è proprio per questo che le persone che si conoscono in treno o in vacanza sono quelle a cui confidi le parti più profonde di te; sono persone che non rivedrai e che non si faranno influenzare da ciò che hai detto, non ti giudicano e non fanno parte della tua vita. E questo è il bello.
3 commenti:
Dio, quanto ti capisco e quanto sono d'accordo!
già, per fortuna non sono l'unica!
Analisi perfetta. Brava.
Posta un commento