Come altre volte mi è capitato nella vita, mercoledì sono tornata indietro, sono tornata nel mio passato. Mercoledì sono tornata a Padova, come sempre di volata, in fretta e furia, nemmeno 24 ore. Mia mamma mi ha lasciato a Brescia, era da tantissimo che non prendevo un treno, soprattutto che non prendevo un treno da sola. Erano le 6 di pomeriggio e non c'era nessuno. Sono scesa in stazione a Padova, tutto era come sempre. L'aria veneta è sempre stata migliore di quella lombarda, e lo era anche questa volta. Più leggera, più calda, più allegra. In stazione c'era un via vai di 24 ore ma soprattutto trolley di studenti fuori sede, qualcuno stanco, qualcuno contento di tornare a casa, qualcuno arrivato solo per il mercoledì sera. Ho fumato una sigaretta mentre aspettavo che mi recuperassero e poi eccoli, loro, i miei compagni padovani, erano mesi che non li vedevo ma era come se fosse passato un solo secondo. Entrambi in forma, sorridenti e felici di vedermi. Ci siamo abbracciati, baciati e ci siamo avviati a casa dagli altri. L'occasione per vedersi era un compleanno, ma forse in realtà era solo un pretesto per stare tutti insieme, di nuovo. A casa loro mi sento come a casa mia, mi sento benissimo. Sono arrivati tutti e la festa è iniziata. La mia festa personale era già iniziata da ore. E' stato fantastico scoprire che lui, il tuo coinquilino diffidente dell'amore, il tuo amico che ti ha preso in giro per anni, ora ha ammesso a sè stesso di essere innamorato, di esserlo sempre stato. Il suo è il classico amore impossibile, quindi bellissimo. E sentire un uomo parlare di amore, parlare di così tanto amore è quasi emozionante. Quando qualche giorno fa ha rincontrato lei, dopo 5 anni che non la vedeva, la prima cosa che le ha detto è stata: " Sei bella come nei miei sogni". Wow, io non saprei che altro dire, io mi volevo solo mettere a piangere.
La serata è proseguita tra vino e chiacchere. Il mio compagno di stanza sta, ormai da un anno, con una ragazza di Madrid che io non avevo ancora conosciuto: sono identici, identici, identici. "Dio li fa e poi li accoppia" non è mai stato più vero. Non potevano che stare insieme quei due. Il festeggiato ha deciso che bisognava andare a ballare, in pochi ne avevano voglia ma mezz'ora dopo eravamo in pista, nella classica discoteca universitaria, piena di matricole. Noi eravamo i vecchi, quelli che da lì ci erano già passati. Noi eravamo quelli che dettavano legge, quelli che potevano fare tutto, quelli che aprivano la strada agli altri. Abbiamo ballato come dei pazzi fino alle 4 del mattino, senza mai fermarci. Era una vita che non andavo a ballare, era una vita che non mi divertivo con loro. Quando siamo usciti non mi sentivo più le gambe e avevo fame. Siamo tornati a casa a piedi, a Pavia non avrei mai fatto una cosa del genere. Siamo tornati tutti a casa, ci siamo mangiati un'ottima pasta al sugo e abbiamo trovato la forza di stare ancora un po' svegli. All'alba ho chiaccherato un po' con il festeggiato, ci siamo aggiornati sulle nostre vite e abbiamo ricordato alcune scene epocali della nostra convivenza. Poi siamo crollati in un sonno profondo durato troppo poco. Il mattino dopo, o meglio qualche ora dopo ci siamo trovati nella classica scena post festa casalinga: c'era chi dormiva sul divano, avanzi di cibo qua e là e tappi di birre sul pavimento. Abbiamo fatto colazione con due brioches e ho fatto 4 chiacchere con l'ultima arrivata, una ragazza simpatica iscritta al primo anno di economia. Lei si sta ancora ambientando, è solo all'inizio della sua esperienza, è a Padova da nemmeno un mese e io l'ho invidiata tantissimo. Due ore dopo ho mangiato un piatto di ravioli e ho ripreso un treno, questa volta verso casa. Sulla via del ritorno oltre ad aver dormito ho pensato che quelle, le persone che mi avevano accompagnato fin sul binario, sono le persone con cui in parte sono cresciuta. Io non so se è normale avere un rapporto del genere tra coinquilini (e non), non so se è così per tutti quelli che hanno condiviso esperienze importanti.
Nel caso lo fosse mi piace pensare che noi siamo speciali, più degli altri.
La serata è proseguita tra vino e chiacchere. Il mio compagno di stanza sta, ormai da un anno, con una ragazza di Madrid che io non avevo ancora conosciuto: sono identici, identici, identici. "Dio li fa e poi li accoppia" non è mai stato più vero. Non potevano che stare insieme quei due. Il festeggiato ha deciso che bisognava andare a ballare, in pochi ne avevano voglia ma mezz'ora dopo eravamo in pista, nella classica discoteca universitaria, piena di matricole. Noi eravamo i vecchi, quelli che da lì ci erano già passati. Noi eravamo quelli che dettavano legge, quelli che potevano fare tutto, quelli che aprivano la strada agli altri. Abbiamo ballato come dei pazzi fino alle 4 del mattino, senza mai fermarci. Era una vita che non andavo a ballare, era una vita che non mi divertivo con loro. Quando siamo usciti non mi sentivo più le gambe e avevo fame. Siamo tornati a casa a piedi, a Pavia non avrei mai fatto una cosa del genere. Siamo tornati tutti a casa, ci siamo mangiati un'ottima pasta al sugo e abbiamo trovato la forza di stare ancora un po' svegli. All'alba ho chiaccherato un po' con il festeggiato, ci siamo aggiornati sulle nostre vite e abbiamo ricordato alcune scene epocali della nostra convivenza. Poi siamo crollati in un sonno profondo durato troppo poco. Il mattino dopo, o meglio qualche ora dopo ci siamo trovati nella classica scena post festa casalinga: c'era chi dormiva sul divano, avanzi di cibo qua e là e tappi di birre sul pavimento. Abbiamo fatto colazione con due brioches e ho fatto 4 chiacchere con l'ultima arrivata, una ragazza simpatica iscritta al primo anno di economia. Lei si sta ancora ambientando, è solo all'inizio della sua esperienza, è a Padova da nemmeno un mese e io l'ho invidiata tantissimo. Due ore dopo ho mangiato un piatto di ravioli e ho ripreso un treno, questa volta verso casa. Sulla via del ritorno oltre ad aver dormito ho pensato che quelle, le persone che mi avevano accompagnato fin sul binario, sono le persone con cui in parte sono cresciuta. Io non so se è normale avere un rapporto del genere tra coinquilini (e non), non so se è così per tutti quelli che hanno condiviso esperienze importanti.
Nel caso lo fosse mi piace pensare che noi siamo speciali, più degli altri.
1 commento:
il maddino era invece splendido come al solito, alta, magra vestita con i suoi colori mai disordinati. Ci mancava tantissimo! mi mancava la mia maddy con cui dire stupidate, con cui fare battute e a cui raccontare tante cose..mi mancava la sua risata..e quando mi ha svegliato la mattina saltandomi nel letto e abbracciandomi è stato il momento più bello, più tenero..grazie piccolo maddino torna da noi il prima possibile perchè ne abbiamo bisogno, sia noi che te!!! ti voglio beneee, anzi ti vogliamo bene.
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