lunedì 25 ottobre 2010

FABBRICA ITALIA?

Quasi un anno fa, quando Marchionne, amministratore delegato del Gruppo Fiat, rispose al governo che non se ne faceva niente degli incentivi all'acquisto di auto nuove, mi fermai un attimo a riflettere su questa strategia.
Mi chiedevo: se davvero alla Fiat vogliono smetterla di dipendere dallo Stato, dagli aiuti, dalle sovvenzioni, dagli incentivi etc; se davvero non vogliono più essere ricattabili; se vogliono fare la parte di chi "s'è fatto da solo"... Ma chi glielo fa fare di tenere le fabbriche in Italia? A Pomigliano (Napoli), per esempio: chi glielo fa fare di tenere aperto uno stabilimento dove la produttività è bassissima e l'assenteismo alle stelle?
Pochi giorni dopo, su tutti i giornali iniziano a uscire paginate di pubblicità, in televisione compare uno spot strappalacrime, Marchionne ed Elkann (John, presidente Fiat, mica Lapo, cocainomane) rilasciano interviste in cui parlano di quanto l'Italia sia importante per il futuro dell'azienda etc. etc.; la ciliegina sulla torta è il nome del progetto: Fabbrica Italia.
A quel punto capisco: fa tutto parte di una strategia di marketing. Rimaniamo a produrre le auto in Italia non perché ci convenga davvero, non perché ci crediamo, ma perché così i consumatori italiani si identificano nel marchio e, quando vanno dal concessionario, una volta su tre scelgono un auto Fiat.

Fin qua, tutto chiaro. Ieri sento Marchionne da Fabio Fazio che dichiara: potremmo fare a meno dell'Italia e staremmo anche meglio. La logica è ineccepibile: di 2 miliardi di profitti, neanche un euro viene dall'Italia. Ma perché dirlo davanti a milioni di persone? Mi è sembrata un'idiozia, proprio dal punto di vista strategico: cioè, puoi avere uno sfogo e dirlo a casa tua a tua moglie mentre sei in pantofole davanti al camino, puoi dirlo al bar al vecchietto che beve il Campari e dice che la buca dei lavori in strada doveva essere un po' più a destra, al limite puoi dirlo agli amici con cui sei andato a giocare a calcetto nello spogliatoio della palestra... ma non a Fazio e ad altri 5 milioni di italiani, no?!

P.s.: tra l'altro, c'è qualcosa di cui spesso ci si dimentica. Anche se adesso non vengono più dati incentivi espliciti alla Fiat, essa gode e godrà per sempre del maggiore dei regali: in Italia non sono mai stati fatti investimenti nel trasporto pubblico. Non credano i vari produttori d'auto che sia merito delle loro macchinine se in Italia si vendono ogni anno molte più unità che in Germania, Paese ben più ricco e popolato del nostro.

5 commenti:

bastianazzo ha detto...

ho ancora da pensarci un po' sulla domanda principale, ma ho da commentare sul ps: siccome i mancati investimenti sono un problema generale dell'italia, non possono essere considerati un vantaggio competitivo per la fiat!

Alè ha detto...

eh no, ing.! perché nel passato, in Italia, di investimenti statali nell'industria ce ne sono stati parecchi, ma hanno tutti favorito il trasporto privato (pensa alle fabbriche Fiat al sud, costruite coi soldi dello Stato, o più recentemente agli "ecoincentivi"), a scapito del trasporto pubblico: anzi, talvolta il rischio di "far perdere posti di lavoro" in Fiat è stato usato come scusa per non finanziare infrastrutture di altro tipo (metro, treni...)!

Alè ha detto...

cmq apprezzo molto lo spirito critico :P

bastianazzo ha detto...

ok, ma io sto parlando di vantaggio di Fiat nei confronti dei suoi competitors nell'ambito del trasporto privato (VW, Opel, ecc ecc).
infatti tu dici: "Anche se adesso non vengono più dati incentivi espliciti alla Fiat, essa gode e godrà per sempre del maggiore dei regali: in Italia non sono mai stati fatti investimenti nel trasporto pubblico". la mancanza di investimenti nel trasporto pubblico, escludendo quindi gli incentivi dati dallo stato alla SOLA Fiat (cosa che può essere successo, io non sono molto informato), non può essere considerata un vantaggio per Fiat rispetto ai suoi concorrenti, in quanto essa ha incentivato TUTTO il mercato del trasporto privato.
infatti tu stesso giustamente dici: "Non credano i vari produttori d'auto che sia merito delle loro macchinine se in Italia si vendono ogni anno molte più unità che in Germania, Paese ben più ricco e popolato del nostro.", ovvero TUTTI i produttori in Italia vendono di più.
ergo, tutti i produttori di auto che vendono in Italia godono della mancanza di investimenti nel trasporto pubblico.
era questo il mio punto, ti trovi?

Alè ha detto...

ah ok, in questo senso in parte hai ragione. ma il semplice fatto che ciò sia accaduto in Italia è chiramante un vantaggio per la Fiat, dato che è fisiologico che in ogni Paese ci sia una certa preferenza per i prodotti nazionali. quindi l'esistenza di investimenti nel trasporto pubblico in Francia (solo per fare un es.) e l'inesistenza in Italia rappresenta un vantaggio competitivo per la Fiat rispetto alla Renault. Il caso della Francia non lo conosco affatto, in realtà: era solo per fare capire.
Non pensi?