lunedì 25 ottobre 2010

Uomini-donne: troppe domande

Proverò per un attimo a non essere quella che sono io e a vedere il mondo da un punto di vista diverso dal mio. Parliamo di coppie, di amore e di rapporto uomo-donna, delle solite cose insomma. Questa volta forse io sono l'uomo, o per lo meno ci provo. In quanto uomo dovrei essere la parte forte della coppia... ma secondo voi esiste ancora questo ruolo del maschio potente e indistruttibile? Secondo me no. Qualche giorno fa un amico di mia mamma sulla sessantina ha detto che le donne insistono anni per sposarsi e, una volta mogli, hanno solo da perderci. Lui diceva che quelli che ci "guadagnano" davvero dal matrimonio sono gli uomini e quindi dovrebbero smetterla di fare la parte dei duri che non si vogliono sposare. Un uomo, una volta sposato, effettivamente si può considerare a posto: ha chi si prende cura di lui quasi come la mamma, ha quattro mura, sa che nel letto troverà sempre qualcuno, si fa servire e se è particolarmente furbo riesce anche ad avere una o più amanti. Una donna invece deve stare dietro alla casa, al marito, ai figli e a sé stessa e solo in rari, rarissimi, casi riesce a gestire anche un amante. La televisione, i medici, gli scienziati, gli psicologi dicono che l'uomo per natura non è un essere fedele, che può amare, che può essere innamorato, ma che non c'è storia: gli piaceranno sempre più donne. Direi che non c'è niente di male. Quando sono in giro si voltano a guardare ogni paio di gambe e magari fanno una faccia soddisfatta. Anche le donne lo fanno, senza dubbio. Anche le donne si guardano intorno e fantasticano storie impossibili. Cosa serve quindi stare insieme? Si sta insieme solo per amore? Io non lo so. Io sto con una persona perché mi viene naturale, perché mi piace sapere che qualcuno lì c'è, perché mi piace sapere che qualcuno da chiamare c'è sempre, perché mi piace avere qualche certezza. Ma allora quale sarebbe la situazione ideale? Stare insieme, amarsi, prendersi cura uno dell'altro e poi concedersi delle libertà? E no, non si può nemmeno così... quando si ama qualcuno o qualcosa lo si vuole solo per sé e si diventa gelosi. Forse bisogna condividere la propria vita con una persona a cui si vuole molto bene e con cui si va d'accordo, ma non che si ama. Il problema è essere d'accordo in due. Non so se esiste una soluzione. Sembra che essere corretti, in una coppia, sia la cosa più difficile del mondo. Sembra che la verità possa sempre ucciderti. Io non lo so. Non sono nemmeno riuscita tanto a cambiare punto di vista... un po' si però, il post di Maddy in quanto Maddy sarebbe stato diverso, un po' più cattivo e femminista.
Se voi avete risposte e non solo domande aiutatemi a capire.

2 commenti:

tiziana ha detto...

Ogni persona potrebbe insegnarti qualcosa in base alla propria esperienza ma leggi, regole comuni non esistono. So che gli Ippocampi sono fedeli per la vita, così pure i cigni, i pinguini si prendono cura delle uova fino allo sfinimenti concedendo alle loro femmine dopo averlo deposto sotto il ventre del loro compagno di andare a nutrirsi lontano seguendo un viaggio che durerà settimane. Ma per gli uomini e le donne ci sono delle complicazioni nate dalla società che hanno creato, dal vivere comune, da stimoli di ogni tipo, da modelli da seguire, da problemi di menopausa ed andropausa. Ho conosciuto coppie che stavano bene insieme da 30 e più anni, altre divise dopo il viaggio di nozze o dopo pochissimi anni di matrimonio. Ho seguito vicende che di amore non avevano nulla a che spartire piuttosto basate su interessi economici comuni. Solitudini che si compensavano, livori che leggevi nelle rughe del viso o nei gesti, di amore ho trovato ben poco e quando c'era illuminava tutto intorno. Hai notato che il problema non è solo il tradimento ma condividere parte delle proprie libertà insieme a qualcun altro. Spazi comuni, spazzolini vicini, cassetti ed armadi da dividere, piatti da lavare e tempo libero da distribuire e rendere coinvolgente. Verità difficili da esprimere, persone che cambiano e non sempre in meglio, situazioni che evolvono. Ho giurato davanti ad un prete di condividere la salute e la malattia, di essere fedele e presente, ho aspettato 34 anni per farlo perchè desideravo che fosse qualcosa di speciale e non una compensazione affettiva. Ho tremato quando ho detto si, per la responsbilità che mi accollavo, avevo paura di non essere all'altezza, poi dopo dieci anni sono stata licenziata come moglie per problemi così futili da farmi credere che quel giorno in chiesa c'ero solo io e nessun altro accanto a me. Le persone cambiano obiettivi e vogliono una casa nuova, una vita nuova, sentirsi giovani quando non lo si è più, riprendere le proprie libertà e smettere di condividere responsabilità e quotidianità non più entusiasmanti. Il mio fine era invecchiare accanto alla persona che amavo, il suo non invecchiare e sentirsi sempre giovane e libero. Metti pure che l'andropausa abbia fornito un grande aiuto però non basta a giustificare la fine priva di danni evidenti alla struttura come di una casa prefabbricata senza che ne alluvioni ne terremoti abbiano partecipato alla distruzione. Se avessi potuto avere almeno un caproespiatorio verso cui rivolgere la mia attenzione ma neppure quella soddisfazione ho potuto permettermi. Non ci sono regole matematiche che definiscono un buon matrimonio, una buona unione, non ci sono leggi che ne regolano la vita o che ne rianimano il coma in cui sprofondano ad un certo punto. Le troverai tu volta per volta e se avrai fortuna traccerai dei nuovi percorsi insieme a chi hai deciso che condivida un pezzo della strada della tua vita. Auguri di cuore!

Mad ha detto...

Se ci fossero leggi e regole sarebbe tutto molto più semplice!
Io ho solo 23 anni, devo ancora crescere e devo ancora confrontarmi con uno o mille uomini, non lo so. Mi piace sperare nell'amore eterno, ma non so nemmeno io se ci credo fino in fondo. Forse esiste un volersi bene eterno, e magari anche un rispettarsi. Non lo so. Ora che se sono "piccola" sono innamorata, amo e credo di essere amata. Mi piacerebbe che continuasse così, devo provare a crederci.