martedì 24 agosto 2010

QUELLA STRANA ROBA CHE è LA MEMORIA

Non so se sono io diverso o se magari capita a tutti. Non so neanche se la mia memoria sia buona o pessima. So solo che è strana. Di più, è assurda. Talvolta senza senso.

Ciò che dovrei ricordare lo dimentico sistematicamente: se esco a comprare il latte, 9 volte su 10 torno a casa con solo il giornale. Se devo assolutamente chiamare qualcuno, non lo faccio. Registro gli esami sul libretto solo perché qualcuno/a, gentilmente (ringrazio!), si prende la briga di ricordarmelo al momento giusto. Se ho un appuntamento, devo mettermi dei promemoria sul telefonino: se perdo il cellulare e chi lo ritrova guarda l'agenda, beh di sicuro si convince di aver a che fare con un'ultraottantenne con il morbo di Alzheimer (ammesso che si scriva così).

Ma soprattutto mi capita, e neanche troppo di rado, di ricordare particolari insignificanti, che nessun altro si preoccupa di tenere a mente. Particolari che magari sono parte di situazioni molto più interessanti, che però dimentico (quasi) completamente: nella mia memoria, spesso, rimangono nitidissimi solo alcuni frammenti.
Oggi, per esempio, mi sono ritrovato a pensare, assolutamente per caso e senza che vi fosse alcun nesso logico, a una foto che avevo scattato tre anni fa a New York, una sera, seduto su un tavolino all'aperto di un McDonald del Bronx. Foto scattata, forse rischiando un po' la vita, a una coppia di ragazzi di colore seduti al tavolo a fianco. La carico qua sul blog, tanto per rendervi partecipi degli strani percorsi che compie la mia mente.

P.s.: se/quando vi piace qualcosa che scriviamo, cliccate sul disegnino che c'è di fianco a "" oppure "". Grazie! :)

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