domenica 28 novembre 2010

LA MERENDA DI QUANDO ERO BAMBINO

Di solito il cioccolato fa male. Cioè, così ti dicono: quando sei piccolo, cresci con l’idea che il cioccolato faccia male, che non si debba mangiare o comunque che sia qualcosa di speciale, adatto per le feste ma non per i giorni normali. I tuoi genitori ti dicono sempre qualcosa quando lo mangi, e allora tu ti convinci che fa male. C’è un eccezione però: la montagna. In montagna il cioccolato non fa male. Anzi, fa bene: anche quando non ne hai voglia, la mamma cerca sempre di cacciarti giù chili di tavolette Loacker con le nocciole, e non si sa bene il perché: ché quando si va a sciare si fanno sempre di quelle mangiate nei rifugi, che il timore di rimanere a corto di zuccheri è proprio qualcosa di irrazionale.
Che poi, in realtà, i miei non mi hanno mai detto niente per quel che mangiavo, però le mamme dei miei amichetti, quando eravamo piccoli, storcevano sempre il naso quando a merenda mangiavamo le merendine, soprattutto se cioccolatose. Tranne da Pìe, perché quando da piccoli andavamo a giocare a casa di Pìe, li mangiavamo sempre le Nastrine: me lo ricordo perché mi piacevano un sacco, e mia mamma non le comprava mai. Non che lo facesse per cattiveria, semplicemente perché non sapeva che mi piacessero: fino a una certa età, infatti, non avevo capito che se mi piaceva qualcosa dovevo chiedere a mia mamma di comprarlo. Semplicemente, quando avevo fame aprivo la dispensa e speravo di trovarci dentro ciò di cui avevo voglia in quel determinato momento: non capivo che “andare a fare la spesa” potesse essere in qualche modo collegato con ciò che poi io trovavo dentro la dispensa. Per me quel grande armadio di legno e vetro era una cosa a sè: sempre pieno, ma più per grazia divina che per intervento umano. Forse pensavo che i Ringo crescessero lì. Che i Pandistelle si riproducessero autonomamente.
È stato uno shock scoprire, a una certà età che non ricordo con precisione, che se volevo qualcosa di preciso, dovevo scriverlo sulla lista della spesa: una di quelle scoperte che, magari ti semplificano la vita, ma allo stesso tempo tolgono un sacco di magia alle cose.
Forse non mi sono ancora del tutto ripreso. Perché ogni volta che apro l’armadio in cui adesso teniamo i biscotti, per un attimo mi fermo e penso a ciò che spero di trovarci dentro.

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