mercoledì 10 novembre 2010

Nella mia scatola

Il solito programma che spesso ascolto in radio qualche giorno fa proponeva il seguente argomento: "Immaginatevi di avere una scatola vuota davanti a voi e dovete riempirla di massimo 5 cose che raccontino chi eravate voi ad una persona che la ritroverà tra 50 anni. Che cosa ci mettereste dentro? (parliamo di oggetti eh, non cose astratte)."
Ecco quello che io metterei nella mia scatola. Ecco quello che può raccontare di me:
1- Una stellina fosforescente. Una stellina fosforescente perché ho una passione per le stelle, per la notte e per ciò che si illumina. Da piccola il soffitto di camera mia era pieno di stelline e quando mi spegnevano la luce non potevo avere paura del buio perché tutto il mio firmamento personale splendeva a 3 metri dal mio naso. Mio papà mi ha fatto vedere le prime costellazioni. Una stellina, di mare in realtà, è il piccolo tatuaggio che ho su un fianco. Anche adesso, a 23 anni, c'è qualche stellina che la sera si illumina in camera mia. Mi fanno addormentare felice.
2- Un boccettino di lexotan. Un boccettino di lexotan perché diciamo che è un po' il mio talismano, la mia pozione magica, il mio veleno. Perché ha segnato periodi della mia vita, perché il suo odore ha spesso accompagnato quello dei biscotti a colazione.
3- Un gatto. Un gatto, ovviamente di peluches, perché è da quando ho 3 anni che a casa mia gira uno o più gatti. Perché sono i miei animali e basta. Perché io e miei gatti ci capiamo, perché sono gli unici che vengono a dormire sulla tua pancia se ti fa male, sono gli unici che non ti rompono le scatole prima della sveglia, sono gli unici che fanno le fusa.
4- La mia macchina fotografica. La mia macchina fotografica perché la porto ovunque e perché fotografo qualsiasi cosa. Perché mi piace cogliere attimi. Perché vorrei che anche i miei figli avessero questa passione. Perché guardare le foto spesso mi fa emozionare.
5- Un libro di Palahniuk. O forse di Calvino. Il primo perché è uno scrittore al quale mi sono avvicinata grazie ad Ale e che mi ha subito appassionato. Il secondo perché mi ha insegnato a sognare e mi fa sognare ogni volta che finisco tra le sue pagine.
6- Il sito di questo blog. Perché niente più di questo parla di me, della mia vita, delle mie passioni, delle mie paure. Perché niente più di questo blog parla di Maddy.

4 commenti:

vale ha detto...

io di te ci metterei anche un braccialetto visto il tuo braccio sempre pieno!!!!! :-)))

Mad ha detto...

ma cosa cavolo è sta foto che mi hai messo!?!? chiozzi porca puzzola devi smetterla di modificare i miei post! di odio e non volevo la foto!

vale hai ragone, non ci avevo mica pensato!

tiziana ha detto...

La scatola di cui parli io l'ho già pronta da qualche anno sia per motivi anagrafici sia per conservare quegli oggetti o quelle foto che hanno segnato un momento particolare della mia vita. Ho una calamita che apparteneva a mio nonno che uso sempre quando mi cade la scatola degli aghi. Lui a sua volta l'aveva ricevuta in dono da suo padre quindi immagina quanti anni può avere. Ha attraversato indenne due guerre mondiali, non è andata persa, ed è ora il più caro ricordo che ho di lui. Insieme c'è una pietra di granito di forma rotonda raccolta da mia madre ai piedi di una piccola cascata in montagna. Ha dei cerchi concentrici in rilievo e tenerla in mano mi rammenta quel preciso istante, quella passeggiata, l'età della terra e la relatività della mia esistenza. Serve a non prendersi troppo sul serio. Il terzo oggetto è un'impronta su cartone, ritagliato, della mano destra di mia figlia quando aveva 4 anni, colorata di rosso. Poi c'è una foto che ho scattato a Land's End in una giornata di sole splendida. Fra due rocce si scorge l'oceano ed un piccolo sentiero. Per scattarla mi sono appoggiata con la pancia su una pietra in un equilibrio instabile, tuttavia sono riuscita a cogliere quello scorcio panoramico, minimalista in confronto al paesaggio che mi circondava. La maestosità non sempre paga e il dettaglio microscopico può costituire un vero tesoro. Infine ci sono tante altre cose, più di cinque e, quella che temo di sciupare e quindi relego nella piccola valigetta di cuoio, una vecchissima cappelliera, 40cm per 30cm circa, è il tesoro dei tesori: una manciata di lettere che ho ricevuto da mia madre quando frequentavo l'università a Bologna e tra queste l'ultima che mi ha scritto tre mesi prima di morire. Se le rileggo? Raramente, le conosco a memoria e la sua scrittura mi riempe gli occhi di nebbia anche a distanza di tanto tempo. Ho perfino un giornalino di topolino stracciato che però conservo perchè l'ho ricevuto in regalo dal mio primo amore durante le scuole elementari insieme a due biglie. Per allora una vera dichiarazione d'amore dato che le biglie erano sacre, non scambiabili e fonte di desideri e di invidie inconfessabili tra i bambini. Dato che nella cappelliera non ci può stare ho messo in un cassetto un piccolo cagnolino di pezza, senza più orecchie ma paragonabile alla mia coperta di Linus, durante tutta l'infanzia. Io non amavo le bambole e preferivo gli animali di tutte le forme e materiali. Il libro che salverei subito da un incendio dopo mia figlia e la scatola in questione è un piccolo testo edito dalla UTET di A. Cecov: un racconto lungo intitolato " Tre anni " il primo scritto per adulti che mi ha fatto scoprire le loro pene cosi lontane da quelle adolescenziali dei miei 14 anni. Scritto meravigliosamente e tradotto altrettanto bene è un libro che spero di far leggere anche a mia figlia quando saprà apprezzarlo. Mi fermo o non finisco più l'elenco, dipende dalla mia età, il doppio della tua. Bellissima l'idea, proverò a passare questa consegna a mia figlia e vedrò se apprezza questo sistema di registrare la memoria del tempo che passa. I ricordi più belli di istanti che non dimenticheremo più, anche senza oggetti per ricordarli, sono indistruttibili ma certe scatole e/o valigette hanno un loro senso più tangibile e reale del ricordo stesso.

Alè ha detto...

molto bella la tua scatola, tiziana!