sabato 31 gennaio 2009

UNA VITA


C'è chi vive fuori dalla Realtà. Chi si crea il suo mondo, chi fugge, chi non affronta le paure.

C'è anche vive dentro la Realtà. Chi vede la pioggia fuori dalla finestra, si affaccia e dice: ok, piove. C'è chi vede le foglie in autunno e pensa che quei gialli e quei rossi siano i colori più belli del mondo. E poi, invece, arriva l'inverno, e il colore più bello del mondo sembra il bianco pulito pulito della neve che cade sui tetti delle case, che copre e avvolge tutto nel suo infinito silenzio.
C'è chi sente la mano del Mondo sulla propria spalla, che ti tiene stretto, e stende l'altro braccio in avanti a mostrarti quanto sia tutto così spettacolare e sorprendente. C'è chi ha tutto quando è al mare, e contempla in silenzio la linea dell'orizzonte. C'è chi vede la Qualità nelle cose: nella manutenzione della propria moto, nell'odore del pane caldo, nel fascino di un mappamondo...

A volte, dalla nostra vita vogliamo che sia sempre migliore, che ci dia sempre qualcosa in più, che ogni giorno sia diverso, intenso, pieno di impegni. E magari non siamo capaci di approfittare di quello che abbiamo, che a volte è poco, ma è sempre qualcosa. Approfittare della propria vita, per me, vuol dire sedersi stanchi la sera, con una tisana davanti e pensare "ho incontrato quella persona", "ho bevuto un caffè su quella terrazza al sole", "ho baciato la persona che amo", "ho lavorato bene"... ed è stato gradevole. Anzi, è stato bello. Perché l'ho fatto con dedizione, con passione, con la consapevolezza (che a volte è presunzione) che quello che faccio possa essere utile a qualcuno, o che qualcuno, magari inconsciamente, possa essermi grato.

Sembrerà una banalità, ma per me non lo è: ammiro infinite volte di più lo spazzino che incrocio sotto casa mia quando mi sveglio troppo presto, del notaio che ha lo studio di fronte alle mie finestre. Quel ragazzo fa lo spazzino, ma se passando gli rimane indietro un mozzicone di sigaretta, si ferma e torna a raccoglierlo. E per me questo è tutto. E' un gesto che vale molto di più delle tre ore di lavoro al giorno del notaio che arriva con la sua moto gigante e la lascia in mezzo alla strada... Anzi, per essere più radicale e ancora più ottimista: "Qualsiasi lavoro tu faccia, se trasformi in arte ciò che stai facendo, con ogni probabilità scoprirai di essere divenuto per gli altri una persona interessante e non un oggetto. Questo perché le tue decisioni, fatte tenendo conto della Qualità, cambiano anche te. Meglio: non solo cambiano anche te e il lavoro, ma cambiano anche gli altri, perché la Qualità è come un'onda. Quel lavoro di Qualità che pensavi nessuno avrebbe notato viene notato eccome, e chi lo vede si sente un pochino meglio: probabilmente trasferirà negli altri questa sua sensazione e in questo modo la Qualità continuerà a diffondersi."

E invece nessuno si accontenta di quello che ha. Tutti vogliono fare gli artisti, i registi, i fotografi, gli scrittori. Se non le veline, i calciatori, i tronisti, gli attori. C'è qualcosa o qualcuno che cerca continuamente di convincerci a essere sempre più insoddisfatti della nostra vita, grigia e miserabile rispetto alle celebrity o ai miliardari che hanno la barca più lunga, il jet più veloce, la moglie con le tette più sode. E allora tutti vogliono fuggire e diventare famosi.
Un mondo di pecore.
Prima l'operaio era fiero della sua condizione: oggi il figlio se ne vergogna perché guadagna 1200 euro. E mia mamma era fiera di avere un padre povero, ma che faceva l'insegnante: oggi gli studenti vedono i propri professori come dei poveretti.

Forse ogni tanto dobbiamo dirci: ok, ho dato, oggi provo un po' ad approfittare della vita...

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