Ti dicono tutti che la laurea è un passo importante e blablabla.
Io quando mi sono laureato non ho provato niente. Niente. Sono fatto così: a me sembrava di aver fatto semplicemente quello che era normale fare. Anzi, nella mia facoltà la tesi neanche si discute: quindi sono uscito da quel caldo salone affrescato con una stretta di mano del Preside e nient'altro; l'idea di aver fatto un passo importante nella mia vita neanche mi sfiorava. Molto meno, per esempio, di quando ottenevo i risultati dei singoli esami.
Oggi, però, sono andato a ritirare il diploma di laurea. Dentro un tubo rosso di cartone c'era questo foglio in formato A3, tagliato male ai lati (volutamente, spero) e timbrato un po' dappertutto con degli strani faccioni in rilievo di un certo Lotharius Augustus e di un tale Galeatius qualcosa.
Ecco, tenere in mano questo pezzo di carta mi ha fatto effetto.
Fin da quando ero piccolo vedevo appesi in camera i diplomi di Laurea dei miei genitori, e mi sembravano qualcosa di lontanissimo. Tipo la 500 che costava cinquecentomila lire, ma anche tipo la pensione. Erano lontani nel passato e nel futuro, in un posto senza tempo, come tutte le cose che ti sembrano troppo fuori dal tuo mondo quando sei bambino.
E invece adesso ho anche io in mano un foglio su cui c'è scritto che Alessandro Chiozzi, nato a Pavia l'8 gennaio 1988 ha ricevuto la laurea in Economia. Un po' di effetto lo fa.
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