sabato 21 agosto 2010

AGOSTO PAVESE

L'agosto pavese, si sa, non è ha niente di invidiabile. Non c'entra niente con il ferragosto a Porto Cervo o il capodanno a Cortina. L'agosto pavese, però, è un laboratorio antropologico straordinario: i casi umani che trovi in giro da queste parti e in questi giorni non li vedi da nessun'altra parte. Mi è stato immediatamente chiaro ieri quando, appena tornato dalla montagna, ho incrociato uscendo di casa uno stupendo vecchietto con quaranta centimetri di barba bianca, capelli grigi sparati in aria stile Einstein nella foto che hanno tutti in mente, occhi azzurri fuori dalle orbite, canna in bocca ma soprattutto: in sella a un Ciao di minimo minimo trent'anni fa, a 60 all'ora (che su un vecchio Ciao sono come 300 su un Mercedes), che mi supera mentre sono in macchina e mi godo questa scena senza precedenti.
L'altro leitmotiv di questi pochi giorni di permanenza nel profondo della Pianura Padana è stato l'essere trattato malissimo (senza motivo) nel tentare di svolgere banali commissioni. Stanco e un po' annoiato, ieri sera mi reco all'Esselunga a fare la spesa: vago senza meta tra gli scaffali, peraltro dimenticando di comprare ciò per cui in teoria ero uscito di casa, il latte, e poi mi dirigo verso l'unica cassa senza fila, e con estrema pazienza attendo che la cassiera finisca di parlare con la sua collega. Cinque minuti dopo, questa si zittisce di colpo, si gira verso di me, io le faccio un gran sorriso, la saluto e lei mi lancia un'occhiataccia, che negli occhi c'era proprio scritto che le stavo rompendo il cazzo, e manco mi risponde: interrompe il suo silenzio assoluto solo per comunicarmi "22 euro e 40 centesimi - mi ha detto che non ha la Fidaty vero?" - "no, in realtà ce l'ho..." rispondo mortificato con la faccia da cucciolo di labrador bastonato - "eh ma che cosa le costava darmela prima? Allora sono 20 euro e 70 centesimi. Non è che per caso ha anche la tessera del parcheggio e non se lo ricorda?".
Che poi, io ho messo gli spazi per comodità: ma le cassiere non sanno mica che cosa sono gli spazi, loro parlano senza. A essere fedele dovevo scrivere qualcosa come ehmachecosalecostavadarmelaprima? Respirano solo quando cambiano cliente, immagino. Perché quando smettono di parlare con te riattaccano con l'altra cassiera seduta dietro di loro, ma in mezzo non ci mettono niente che te lo possa far capire, e manco si sognano di girare la testa: ti stanno ancora guardando, o stanno guardando i cetrioli (7 kg di cetrioli che per i miracoli delle bilance fai-da-te costano 13 centesimi) e intanto parlano con quella che hanno dietro.

L'altro aneddoto sui maltrattamenti subiti riguarda la mia banca (come si chiama la mia banca? Boh! al settimo nome cambiato nel giro di tre anni ho perso l'orientamento) e la riscossione di un assegno: ma adesso mi addormento quindi forse lo racconto un'altra volta.

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