venerdì 20 agosto 2010

Mio nonno e il suo amore

La mia famiglia non è molto unita e tradizionale; ci vediamo "tutti" insieme solo per Pasqua e Natale, anzi, negli ultimi anni, nemmeno per queste occasioni. Mio cugino lavora in qualche grande albergo e ovviamente il periodo delle feste è quello più impegnativo e senza pause. Ci troviamo a Piacenza, a casa dei miei nonni materni. Siamo io, mia mamma, i miei due nonni, mia zia e occasionalmente mio cugino. Totale 5/6 persone. Non ci sono mariti, compagni o papà, escludendo il nonno, perché pare che le donne di casa mia preferiscano l'indipendenza.
Oggi, 20 agosto, nessuna festa, ci siamo trovati tutti e 6 a Piacenza. Ci siamo trovati tutti lì perché mio nonno sta male. Mio nonno è sempre stato (fino a settimana scorsa) un bellissimo uomo di 83 anni, alto, giovanile, abbastanza scorbutico, ironico e a volte un po' cattivo. Mio nonno mi adora e sono quasi sicura di essere la sua preferita in questa stretta cerchia familiare. Sono la sua preferita perché gli parlo, perché gli racconto le cose, perché lo stuzzico e un po' gli dò anche contro. Sono la sua preferita perché da piccola mi facevo costruire le case per le bambole e ora, da grande, mi faccio dipingere i mobili dell'ikea. Sono la sua preferita perché sono laureata, perché studio e ho dei buoni risultati. Sono la sua preferita perché gioco a pallavolo e lo aggiorno sulla classifica ogni settimana. Sono la sua preferita perché gli mando i messaggi sul cellulare e soprattutto perché mi risponde. Sono la sua preferita perché a Natale sono riuscita a mettergli il papillon rosso anche se era rotto. A volte non parla con nessuno e nemmeno con me, a volte borbotta e basta, a volte si chiude in camera, a volte esce e non dice quando torna, a volte non ti vuole tra i piedi e un minuto dopo pranzo inizia a chiederti quando parti e a farti raccomandazioni sul buio. A volte mio nonno è proprio antipatico e intrattabile, ma anche quando è del peggiore degli umori io sono la sua "cocca", io sono la sua preferita.
Mio nonno tre anni fa ha iniziato a star male, gli hanno trovato 4 o 5 palline di cellule maligne nel fegato, lo hanno operato e gli hanno dato al massimo un mese di vita. 3 mesi dopo mio nonno era più vispo e rompi scatole di prima. Quest'anno a gennaio è stato operato di nuovo e ancora una volta il tempo previsto di vita era di qualche settimana. Mio nonno ha retto ancora, si è ripreso ed è stato benissimo fino a settimana scorsa quando ha avuto un crollo. E così oggi eravamo tutti a Piacenza. In questa settimana mio nonno è improvvisamente invecchiato di 20 anni, così, di botto. I medici hanno detto che ha ancora qualche giorno di vita e che è inutile ricoverarlo, tanto non possono fare nulla. La faccia sempre vispa e allegra di mia nonna si è un po' spenta e quando mia zia le ha riferito le parole del medico i suoi occhi sono diventati lucidi e con una finta speranza ha detto: "tanto anche l'altra volta aveva detto così!". Rendersi conto che la persona che ti è stata accanto per tutta la vita ti sta per abbandonare deve essere tremendo, deve lasciare un vuoto immenso. E' amore. E la dimostrazione di amore più grande l' ho avuta aprendo di nascosto l'agenda privata di mio nonno. Il 3 settembre, giorno del loro anniversario, una scritta corsiva, nera ed elegante dice "Se va bene, sono 55 + 5, tutti belli.".

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