lunedì 17 gennaio 2011

Ritrovamenti

Riordinando il computer ho trovato questo sfogo, scritto in treno nell' autunno del 2008. Non so cosa mi fosse successo di preciso quel giorno, non so a cosa fossero dovuti tutti quei dubbi. So solo che ora, rileggendolo, mi capisco e mi faccio anche un po' di tenerezza.
Riporto tale e quale:

Ma tu dormi ancora un po', non svegliarti ancora no...
Treno. ritorno da Padova. Arrivo a Brescia.
Ultimo esame bocciata, penultimo esame 22. Dove voglio arrivare?? a laurearmi a luglio no? Sì, in teoria sì ma con che voto? Mille e ancora mille domande mi riempiono la testa e il mio umore continua a a cambiare. Mi spiace per tutti quelli che mi stanno attorno ma mi spiace anche, forse soprattutto, per me. Sono un'indecisa a vita? Sinceramente non mi sembra, su qualcosa ho le idee chiare... o forse no. Mi vengono in mente i tempi del liceo quando almeno una volta al mese io e Carly ci mandavamo lettere. Lettere in cui parlavamo delle nostre menate, di quanto tutto ci facesse schifo, della speranza di un futuro migliore. Lettere da adolescenti insomma. Io oggi, terzo anno di università, 21 anni compiuti, all'apparenza seria e matura, mi sento ancora come quella adolescente a cui fa schifo tutto. Mi sento come quell'adolescente che è curiosa di sapere cosa le preserva il futuro ma che ha un po' paura di tutto. Mi sento come quell'adolescente che vorrebbe lottare contro tutto, che vorrebbe il coraggio di prendere delle decisioni, che vorrebbe del coraggio e basta.
Sono la persona più felice del mondo, ma in altri sembro quasi depressa! Non so se voglio accontentarmi o se semplicemente non sono in grado di dare di più. È ovvio che gli altri ti dicono che vali tantissimo e che non ti devi arrendere, magari lo pensano anche, ma tanti sicuramente la pensano come te e parlano solo per sentirsi meglio con se stessi. Non credo nella commiserazione e nemmeno nella finta empatia. Io sono ancora quell'adolescente che non si fida molto degli altri e che non si fida molto nemmeno di se stessa, quell'adolescente un po' schifata da quello che ha attorno e da quello che pensano gli altri. Quell'adolescente con mille progetti in testa quasi tutti irrealizzabili. Credo nelle favole, ma credo anche nella crudeltà della vita, credo nelle sorprese che ti possono stravolgere l'esistenza. Credo che spesso siamo attaccati solo con un filo, che siamo al mondo solo per soffrire. Di vita ne abbiamo una e la passiamo tutta a far in modo che le cose vadano meglio di come stiano già andando. Ma è giusto tutto questo? Questo non vuol dire accontentarsi, vuol dire vivere con serenità, senza lotte interiori o ansia da successo e da sfida con il prossimo.
Io penso a tutto quello che ho fatto in 21 anni, sicuramente non è un granchè, ma sono abbastanza soddisfatta. C'è gente messa sicuramente peggio di me. Mi sono divertita, ho fatto molte esperienze, ho amato, ho odiato, ho sofferto. Ho sofferto tanto. Ho sofferto per motivi diversi. Ho sofferto a lungo e ho sofferto in tempi brevi. Mi è stato molto utile soffrire. Mi spaventa, mi inquieta, mi cambia, ma sicuramente mi è stato molto utile, mi ha fatto crescere. Mi sento un po' più pronta ad affrontare qualcosa in più. Mi sento pronte a capire meglio gli altri. Questo non vuol dire che io sia in grado di aiutarli, ma di capirli si. Ho 21 anni e ho amato e amo tuttora. Ho sofferto molto anche per questo. Ho avuto molta paura di espormi, di presentarmi per quello che ero, una fragile e indecisa ragazza bionda. Questo ora non c'è più o per lo meno c'è molto poco. Devo ancora scoprire quello che nascondo a me stessa, quello che non ho il coraggio di dirmi e forse nemmeno il coraggio di pensare. Studio perchè mi piace? No, questo non si può proprio dire. Studio per finire l'università perchè questo lo voglio e sono sicura. Studio perchè tante delle cose che devo studiare mi interessano però mi manca un piccolo ingranaggio che colleghi tutto questo all'opzione far andare bene gli esami ed essere un po' più soddisfatta dei miei risultati. Quando capirò se i voti mi interessano o meno sarà sicuramente troppo tardi...ma non ha importanza. Non ho (quasi) mai pianto sul latte versato non vedo perchè dovrei iniziare a farlo ora.
Il treno sta per arrivare e con lui tanti problemi.

1 commento:

Ser Vlad ha detto...

Suscita sempre strane sensazioni ritrovarsi di fronte al passato. Che sia uno scritto, uno foto, un semplice ricordo. Perchè da quel singolo momento ci ricolleghiamo a chi eravamo, a cosa stavamo vivendo, a cosa stavamo provando. Possiamo vedere come siamo cambiati. Se siamo cresciuti e come lo abbiamo fatto.

Bel post, davvero!