martedì 15 febbraio 2011

IL COLLOQUIO DI LAVORO

Oggi sono andato a fare quel colloquio di cui sopra. Mi sono svegliato per tempo, mi sono preparato con calma, non mi sono fatto la barba e un'oretta abbondante prima dell'appuntamento (a Milano) la Maddy è passata da casa mia e siamo partiti. Il navigatore (inguaribile ottimista) prevedeva l'arrivo in una mezz'ora scarsa, invece sono arrivato appena appena in tempo. Di cattivo umore, tra l'altro, perché andare in macchina con la pioggia è una delle cose che più detesto. 
Al di là del traffico, durante il viaggio va segnalato un piccolo episodio: a pochi chilometri dall'arrivo, sento un irresistibile impulso pruriginoso alla fronte. Mi gratto, e mi viene via una piccola crosticina giusto in mezzo agli occhi, un po' più sopra. Perdo un litro di sangue, trasformo un fazzoletto di carta in un'opera di Pollock, e -pochi minuti dopo- mi ritrovo con un pallino rosso in mezzo alla fronte che sembro una donna indiana col tilaka.
I presupposti sono buoni. Arriviamo, parcheggiamo, e andiamo sicuri verso questo grattacielo tutto bello pulito e nuovo. Tanto nuovo che, arrivati alla portineria, un signore in divisa ci dice che il palazzo è vuoto, ancora in costruzione. Al che ci spostiamo una trentina di metri più in là e finalmente entriamo nel posto giusto. 
Arrivati in portineria una signora asiatica sulla cinquantina mi requisisce la carta d'identità, spedisce la Maddy in un angolo dell'ingresso impedendole di entrare, e mi consegna un badge magnetico con il quale superare i tornelli. 
Salgo in ascensore, schiaccio il tasto con su scritto (10) ma poi nello stordimento generale scendo al secondo piano. Aspetto di nuovo e alla fine riesco a raggiungere l'ufficio di questa signora E******* G******, che nella mia mente è una vecchia con un po' di barba e una gonna di flanella. Invece entro in questo ufficio e mi accoglie questa fighetta qua, che nel giro di qualche secondo stimo avere ventisei/ventisette anni.
E' già la seconda volta (su un totale di due esperienze) che trovo selezionatrici particolarmente carine. Quando mai tornerò single, passerò le mie giornate a fare colloqui di lavoro in giro per il mondo. In ogni caso, poi questa mi dirà di averne trentuno, di anni.
Mi fa un po' di domande, tutte banali, come ti vedi tra cinque anni, cerca di convincermi a farti assumere, parlami delle tue esperienze lavorative e cazzate del genere. Poi mi accompagna giù da due signori detti "i-managers" (dove la i si legge i), che mi fanno un po' di domande più tecniche, cercano di capire se ho qualche vaga idea di che cosa sia la finanza e di che cosa siano le banche, etc.
Uno dei due, tutto precisino e perfettino, si innamora di me. L'altro, meridionale e con tragici difetti di pronuncia, è molto più scettico. Il primo, addirittura, mi chiede che tipo di carriera vorrei fare, cioè a quale zona del management aspirerei, e se lo segna sul mio c.v.. L'altro, invece, continua a chiedermi se mi interesserebbe diventare programmatore informatico, io continuo a ripetergli che no, non mi interessa, e lui continua a dirmi che è importante imparare a programmare e continua a domandarmi se proprio non ho mai fatto esperienza di programmazione, se proprio non mi piace, se proprio non conosco... 
Insomma. Esco un po' provato, dopo un totale di circa un'ora e mezzo di colloqui. Io mi sono giocato le mie carte come se quello fosse il posto della mia vita. Loro hanno detto chiaramente di aver bisogno di un bel po' di persone. Ho l'impressione che tra qualche giorno mi chiameranno. Alla fine, non ho ancora capito se sono interessato o no. Probabilmente no. 

In ogni caso, vi farò sapere.


P.s.: come qualcuno avrà notato, i miei post hanno sempre il titolo in maiuscolo, mentre quelli della Maddy hanno il titolo in minuscolo. Però mi sono un po' stufato di questa abitudine, quindi questo potrebbe essere l'ultimo mio intervento con il titolo in maiuscolo: immagino che comunque ormai abbiate imparato a riconoscerci. O almeno a guardare qua sotto a sinistra dove c'è scritto l'autore ;)

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