mercoledì 22 giugno 2011

La bici da uomo

Cammini svelto, come sempre, anche se non hai nessuna fretta di arrivare. Cammini veloce, ma sei tranquillo: come sempre, alzi lo sguardo per godere un attimo dello spettacolo del rosso dei mattoni che si incontra con il blu del cielo limpido. Cammini nel sole di piazza del Carmine e guardi un bellissimo vecchio signore con un ciuffo di capelli bianchi arruffati che spinge una vecchia bici da uomo, nera, un po' rovinata e con un giornale nel portapacchi. Senza neanche accorgertene, ti fermi, a una decina di metri da lui, e rimani per un attimo a fissarlo: ti accorgi che ogni due o tre passi inclina la bici e cerca di salirci sopra. Ma ogni volta sembra sbilanciarsi e rischiare di cadere, e allora si rimette a camminare spingendo la bici: lo guardi per un minuto buono, lì fermo in mezzo al sole, e vedi la stessa scena ripetersi tre volte. Ti avvicini a lui e gli chiedi se per caso abbia bisogno di una mano: lui ti sorride, si appoggia alla tua spalla, e finalmente riesce a montare in sella alla sua bicicletta. Ti ringrazia e a te viene automatico rispondergli che non c'è problema, ma che se fossi in lui ti prenderesti una di quelle bici senza la canna, tipo quelle da donna, su cui è molto più comodo salire. Lui sta zitto un attimo e poi dice, guarda ragazzo, ho 74 anni, il medico non mi fa più bere il vino perché ho problemi allo stomaco, ho smesso di fare l'abbonamento per lo stadio perché non so più come andarci e l'unica cosa che mi fa ancora sentire vivo è salire su questa bici e venire da casa mia a qua a comprare il giornale e fare la colazione: non toglietemi anche la mia bici da uomo.

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