sabato 23 luglio 2011

Ricordi insignificanti

Fatti, persone, cose o sensazioni che, senza nessun motivo specifico, sono scolpiti vividi e indelebili nella mia memoria, che ricorda solo ciò che piace a lei ricordare.

Un mio compagno di classe, il primo giorno del primo anno di liceo, che io e un altro mio amico non riuscivamo a capire se fosse maschio o femmina. Era maschio.

Una notte di luglio in macchina a Roma, passando di fianco alle terme di Caracalla illuminate, con Sting a far da colonna sonora. 

Un bruttissimo maglione (?) giallo, o arancione, probabilmente di lana ma a maglie molto larghe, che una mia amica aveva su la prima volta che l'ho vista. Qualcosa come undici anni fa, credo. 

Una passeggiata a Ticino, in un freddo ma soleggiato giorno di gennaio di sette anni fa, in cui avevo su un paio di consumatissimi pantaloni di velluto beige che continuavano a cadermi perché mi ero dimenticato la cintura. E una ragazza che mi infilava la mano nella tasca dietro, senza capire che peggiorava solo la situazione!

Gli squallidi letti a castello di una pensione ancora più squallida a Romagnese, dove a sette anni per la prima volta i miei mi spedirono "in vacanza" senza di loro.

Un mobiletto di legno che tenevo in camera mia, e che adesso è finito in cantina. E' un oggetto strano, alto e stretto e con un'apertura di legno a scorrimento, che però funziona male: si riesce ad accedere comodamente solo ai cassetti più in alto. Per arrivare a quelli più in basso bisogna fare delle manovre strane e un notevole sforzo. In uno di questi cassetti in basso avevo messo un vecchio cellulare rotto, che però non volevo buttare via perché su c'erano dei messaggi a cui tenevo, ma non potevo neanche lasciarlo in giro per la stanza perché la ragazza con cui stavo all'epoca non doveva leggere quei messaggi. Per quel che ne so, potrebbe essere ancora lì.

La maestra alle elementari che ci fa leggere il testo di Via Gluck e poi ci dice che noi invece viviamo già nel cemento, e non avremo dei bei tempi da rimpiangere. E io invece che ricordo quando da bambini giocavamo a calcio in strada perché c'erano poche macchine.

La faccia della commessa di FootLocker l'undicisettembreduemilaeuno, quando la radio interruppe Santana per dare la notizia. E la prima cosa che pensai fu che doveva essere uno scherzo. 

You were always on my mind in macchina, a volume altissimo, per le strade di Adelaide, South Australia, senza sapere che quello era Elvis. 

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