lunedì 30 agosto 2010

Guns N' Roses

No, questo non è un post che parla del noto gruppo statunitense, bensì un post che parla, appunto, di pistole e di rose. La storia che vi sto per raccontare può sembrare inventata ma io vi giuro che è tutto vero, che tutto è successo oggi, lunedì 30 agosto 2010.
Ieri sono andata a Piacenza per via di mio nonno e ho passato lì la notte. Stiamo facendo i turni in modo tale che di notte non siano mai a casa da soli, non si sa mai. Questa notte mi sono fermata io, al minimo rumore mi svegliavo ma nel complesso non ci sono stati grossi problemi. Alle 5 ho sentito un rumore un po' più forte e allora mi sono alzata e sono andata a vedere cosa stava succedendo. Niente, era mia nonna in cucina che stava bevendo del caffè e che con un super sorriso mi ha chiesto cosa volevo per colazione. Io l'ho guardata un po' spaventata e ringraziando ho risposto che andavo a dormire almeno altre 3 ore. Alle 9 mi sono ufficialmente alzata, sono andata di sopra e in camera di mio nonno c'era già mia mamma. Le chiedo come va e lei lanciando uno sguardo verso il cassetto aperto del comodino mi dice che le cose vanno male, decisamente male. Io mi avvicino, guardo nel cassetto e vedo una pistola. Una pistola vera. Non di quelle di plastica, giocattolo, ma una pistola vera. Il mio battito è diventato immediatamente tachicardico e nella mia testa girava solo la parola "cazzo, cazzo, cazzo". Non so voi, ma a me, nella mia vita, non era mai capitato di vedere una pistola vera. Le pistole si vedono nei film, tra i giochi dei bambini, si intravedono nei foderi dei poliziotti. Le pistole si immaginano. Io non ho più bisogno di immaginarmi una pistola, l'ho vista e l'ho vista da così vicino che avevo paura di farmi male. Pensando nell'agitazione mi è venuto in mente che mio nonno teneva nel cassetto dei proiettili ma mai e poi mai pensavo che sarebbero serviti. Invece sì, proiettili spariti e pistola nel comodino. Nessuno ha chiesto nulla e la situazione è diventata davvero paradossale. Ho passato molto tempo in camera con lui, a dargli le medicine, farlo mangiare o fargli solo compagnia. In quella stessa camera tra me e lui c'era questo arnese, il mio sguardo cadeva continuamente in quel cassetto aperto e non riuscivo a capacitarmene. Due persone normali in una stanza che parlano e una pistola! Queste cose per me succedono solo nei film, ancora adesso faccio fatica a credere che sia successo davvero. Ma è vero, credo me lo ricorderò per sempre.
A un certo punto mi sono alzata, sono andata in cortile, ho innaffiato le piante e ho raccolto due rose. Ogni volta che andavo a Piacenza mio nonno mi regalava qualcuna delle sue preziosissime rose. Oggi ho pensato di invertire i ruoli e così ho raccolto le due rose, le ho messe in un vaso e le ho appoggiate sul suo comodino. Lui ha sorriso e mi ha ringraziato. Io sono uscita dalla sua camera lasciandomi alle spalle quel comodino con una pistola dentro e un vaso di rose sopra.

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