giovedì 5 febbraio 2009

>1< UNA STORIA

Il 1° aprile 1897, a Marsiglia, quattro individui si recano nella sede del Banco dei pegni: uno di essi porta una fascia tricolore al petto e si presenta come commissario di polizia. Esibisce un mandato di perquisizione sostenendo che tra gli oggetti dati in garanzia ve ne siano alcuni rubati a un'anziana signora, assassinata pochi giorni prima. Il direttore del Banco si inchina all'autorità: è imbarazzato, sa di non poter escludere che vi sia della refurtiva tra gli oggetti che gli vengono portati in garanzia di prestiti ad altissimo interesse. Il commissario ordina di sprangare le porte e inizia l'inventario: per tre ore, lui e gli altri tre individui schedano tutta la merce e ne recquisiscono una buona parte.
Finita la requisizione, il commissario infila le manette al direttore e al suo impiegato e li conduce al Palazzo di Giustizia. Qui, li accompagna davanti alla porta del procuratore della Repubblica e ordina loro di attendere, mentre va a "prendere ordini". L'individuo entra nell'ufficio, vi resta qualche istante, torna fuori e togliendo le manette al direttore lo avverte: "La questione è molto grave. Attendete qui, verrà il procuratore in persona a interrogarvi."
Il direttore-usuraio e il suo impiegato rimangono ore davanti a quella porta. Quando il Palazzo di Giustizia si svuota completamente, passa l'ultimo rimasto nel palazzo, un giudice istruttore che, infuriato e in ritardo per una cena a casa di amici, li sbatte in galera rimandando tutto al giorno seguente.

La mattina dopo, dai resoconti confusionari e incoerenti dei due prigionieri, viene districata la trama della storia: il "commissario" era nientemeno che Alexandre Jacob il principe dei ladri, anarchico francese che dedica la sua vita a beffare e derubare i ricchi borghesi dando il ricavato dei suoi furti in beneficenza, e stando ben attento a non derubare coloro che ritiene utili alla società: dottori, insegnanti, scrittori.
Qualcuno l'ha poi conosciuto con il nome di Arsenio Lupin.

1 commento:

Anonimo ha detto...

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