domenica 8 febbraio 2009

>2< UNA STORIA

Dice l'Osservatorio Europeo delle Droghe e delle Tossicodipendenze che la cocaina è "la sostanza stimolante preferita in Europa".
Ma dato che, come è noto, essa non viene prodotta dalle nostre parti, le cronache degli ultimi cinquant'anni sono colme di storie di traffici che (soprattutto) dal Sud America portano la bianca negli Usa e in Europa.

C'è chi importa lastre di metallo per la Fiat, ci scava dentro, e le rifodera di polvere bianca. Quale solerte finanziere andrà mai a controllare i container della più amata e rispettata impresa italiana?
C'è chi produce phon in Colombia, li riempie di coca, e li porta in Italia. E questo mi sembra uno scherzo ancora più geniale che metterci la farina...
C'è chi ci riempie i chupa chupa. Chi ingoia ovuli pieni di polvere per poi andare a cercarli tra i suoi escrementi, una volta tornato a casa. Chi ci riempie le bambole e chi i cuscini.

E poi c'era Pablo. Che non aveva nessun bisogno di tutti questi stratagemmi. Quando gli ufficiali governativi provavano a controllare i suoi carichi, i suoi collaboratori rispondevano semplicemente: "plata o plomo", o accetti i soldi o muori.
Qualcuno dice che Pablo avesse instaurato un clima di terrore nel suo Paese, la Colombia: per certo si sa che svariati candidati alla presidenza furono assassinati dai suoi sicari, che alcuni incidenti aerei furono sua responsabilità, e che centinaia di morti e scomparsi nella Colombia di quegli anni avevano avuto qualcosa a che fare con lui...
Ma qualcun altro racconta che quando c'era lui in giro si stava meglio. Per molti era la versione moderna e sudamericana di Robin Hood: costruiva stadi, sponsorizzava squadre di calcio, distribuiva banconote e viveri ai disoccupati...

Quando il suo impero raggiunse l'apogeo, ormai la sua fama aveva davvero fatto il giro del mondo: nel 1989 la rivista americana Forbes stimò che Pablo fosse il settimo uomo più ricco del mondo. Prendi il patrimonio di Berlusconi, sommaci quelli di Armani e Benetton; moltiplica per 3: ecco, adesso hai un'idea dei soldi che avesse Pablo in quell'ormai lontano 1989.

Quando le cose iniziarono ad andare male, Pablo si consegnò alla giustizia colombiana. In cambio, non venne concessa l'estradizione agli Stati Uniti, e lui potè costruirsi una prigione su misura.
Si costruì una fortezza.
Da La catedral, Pablo continuava senza soluzione di continuità a gestire i suoi traffici.
Il potere incredibile di questo personaggio doveva però, prima o poi, infastidire qualcuno che stava molto in alto: nell'estate del 1992, il reparto speciale dell'Esercito degli Stati Uniti d'America noto come Delta Force iniziò una caccia all'uomo che, nell'immediato, portò all'uccisione di più di trecento affiliati e parenti di Pablo. Il nostro eroe, invece, sfuggiva a ogni tentativo di cattura. Nel corso dell'anno successivo, la Cia disseminò di cecchini la Colombia; finalmente, il 2 dicembre 1993, nel corso di una sparatoria, la guerra contro Pablo finì: cadde colpito da tre proiettili, uno dei quali si conficcò dietro il suo orecchio sinistro.

Pablo Escobar, anche noto come El Patròn o El Doctor, morì il giorno dopo il suo quarantatresimo compleanno.

2 commenti:

Mad ha detto...

come mai tutte queste storie di vita??:)

Alè ha detto...

boh
non ti piace l'idea?