domenica 13 giugno 2010

Il vestito del diciottesimo

A ottobre di 5 anni fa sono diventata maggiorenne, non vedevo l’ora, volevo la patente, una macchina, potermi firmare le giustificazioni ma soprattutto volevo una festa grandiosa, una festa degna di una persona che sta entrando nel mondo dei “grandi”. Volevo una festa di quelle in cui si balla e ci si ubriaca tutti, ma volevo anche una festa elegante, in cui mettersi quei vestiti che hai sempre sognato ma che non hai mai avuto occasione di mettere.
Così ho iniziato a parlarne con mia mamma, mi sembrava d’accordo e abbiamo iniziato a girare tra cascine pavesi per trovare la migliore e, dopo qualche giorno, eccola… questa cascina circondata dal verde, non troppo lontana dalla città, non troppo grande e non troppo piccola, era perfetta. Ci accordiamo con il proprietario per il giorno, l’ora, il menù. Perfetto, il mio compleanno era il 19 e la festa sarebbe stata il 31. Ora iniziava la parte divertente, quella che stavo aspettando: cercare il vestito! Io ho sempre avuto una passione smisurata per i vestiti lunghi ma poiché la mia vita non comprende serate di gala e red carpet, non ho mai avuto occasione di metterne uno… questa era quella giusta. Il vestito che volevo era tinta unita ma colorato, semplicissimo, morbido e ovviamente lungo fino ai piedi. La prima tappa della mia ricerca è stata Milano: penso di essere entrata in tutti i negozi della “Milano bene”! Avrò provato una quarantina di vestiti, uno più bello dell’altro, nessuno perfetto e tutti con dei prezzi incredibili! Nei negozi tutti mi stavano attorno, mi portavano mille cose da vedere, mi sistemavano e mi riempivano di complimenti, insomma bellissimo. Ovviamente non ho comprato nessuno dei quei vestiti. Mancava una settimana alla festa e io non avevo ancora nulla da mettermi così ho deciso di tornare nel negozio pavese in cui ero stata all’inizio delle mie ricerche. Dopo mille dubbi mia mamma mi ha convinto che lì c'era il vestito giusto per me e così lo abbiamo comprato. Io ero contenta ma in realtà non ero per nulla convinta: era nero e abbastanza stretto, esattamente il contrario di quello che volevo.
Mancavano 3 o 4 giorni alla mia festa, era tutto pronto e io anche, il vestito c’era, il posto anche, ero stata dal parrucchiere e dall’estetista, tutto perfetto insomma.
Due giorni prima del grande evento però andando a scuola in Vespa, mentre superavo le macchine in coda, una macchina ha pensato di spostarsi dalla colonna e con una ruota ha urtato il mio pedalino d’accensione… io stavo andando a non più di 20 km/h ma mi sono bastati per perdere il controllo della vespa, volare 10 metri più avanti e cadere di faccia. A parte lo spavento non mi sono fatta praticamente nulla, ma mi sono ricoperta di lividi.
Così la sera della mia festa, dopo lunghi preparativi per raggiungere la perfezione, mi sono presentata nel mio vestito nuovo che non mi convinceva tanto, con naso, mento e mani spelati dall’asfalto, con la gamba che ogni tanto usciva dallo spacco dello stesso colore del vestito e con una camminata un po’ zoppicante. Nessun altro si era vestito particolarmente elegante, nessuno si è ubriacato e nessuno ha ballato fino alle 4 del mattino; tutti si sono seduti ai tavoli a mangiare, rigorosamente divisi per gruppi, e tutti all’una erano a casa. A fine serata ho anche litigato con il mio ragazzo primo perché non aveva voluto che invitassi un mio amico, secondo perché gli avevo rivolto poche attenzioni. Insomma la mia grande festa in realtà è stata un fiasco.
Da quella sera ho avuto una sola altra occasione di mettere questo vestito, il febbraio successivo, per una festa a Venezia (e nemmeno quella volta mi sono divertita poi tanto). Ora è da più di 3 anni nell’armadio, ho sempre pensato che prima o poi nella vita avrei avuto un’altra occasione per metterlo anche se forse in realtà non lo metterò mai più.

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